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n° 15
gennaio 2011

prima pagina n 15

editoriale

politica del fare ed agire politico

segnali di
accelerazione

patrie senza stato e meta-stato

Micco Spadaro, cronista di “grazie”

“la peste”
racconta la peste

 

 

 

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Segnali di Accelerazione
anni ‘80: memoria del centro sociale

di Ciro Busiello

Il centro sociale per cui mi sono maggiormente speso era ad Acerra. In pieno craxismo, in una periferia dura. Si chiamava "Segnali d'accelerazione". Un posto incredibile, fuori da qualsiasi ipotesi o prospettiva, in un momento di pieno oscurantismo, almeno cinque sei anni prima di "Officina" a Napoli... Sono sempre stati molto all'avanguardia ... in Italia c'era il vuoto.
Intervista di Sandro Podda a Serio dei Bisca - Liberazione 14/07/2005

 

Qualche anno fa parlando in piazza del vivere ad Acerra un giovane, trentenne, ricordava di quando andando alle elementari passava davanti ad uno strano stabile dipinto a vistosi zig-zag colorati. Era il centro sociale occupato "Segnali di Accelerazione". Non so se sono la persona più adatta a raccontare questa storia ma spesso la memoria, oltre che essere un piacevole viaggio nei ricordi, è quasi un dovere, quello di riproporre le storie collettive che mostrano che partendo dai nostri bisogni, con passione e radicalità, è possibile creare una realtà migliore di quella che siamo costretti a subire.

segnali di accelerazione esterno-piccoloEra l'inizio degli anni '80. Il grande sogno di una generazione di una trasformazione profonda del nostro modo di vivere era svanito. All'utopia concreta di un mondo in cui ci fosse spazio per le esigenze ed i desideri di tutti stava subentrando la filosofia neoliberista dell'egoismo e del profitto.
Ad Acerra, come in altri paesi dell'hinterland napoletano, alle irrisolte questioni dell'invivibilità sociale e della mancanza di strutture aggregative e culturali, della disoccupazione e della diffusione dell'eroina si aggiungeva una feroce guerra di camorra. Tutto sembrava assecondare "il riflusso", il ritirarsi dall'impegno sociale e rinchiudersi nel privato. Ma rimanevano dei giovani che non volevano rassegnarsi a "vivere coattivamente una condizione di vita che non ci appartiene ... che ingabbia i vari momenti di liberazione e creatività", rimaneva un collettivo proveniente dalla militanza politica e dall’impegno sociale nei movimenti degli anni precedenti che non voleva restare indifferente alla "miseria quotidiana", rimaneva nei giovani di un centro dell'hinterland napoletano "l'agitazione nel corpo e nel cervello", per riprendere le espressioni usate nei volantini e negli articoli pubblicati nella fase progettuale del centro sociale.
Così col retroterra dell’esperienza concreta del movimento del ’77 che aveva aperto la politica ai bisogni e alla creatività, confrontandosi sulla propria situazione quotidiana ma anche sulle suggestioni della lettura postmoderna della realtà fatte da Lyotard e Baudrillard o delle lucide visioni di William Burroughs si percepisce che se per un verso un‘epoca è finita dall’altro, provenienti da Parigi, Berlino o Barcellona, giungono “segnali di accelerazione” per un nuovo possibile periodo di iniziativa e di cambiamento.
Questo percorso troverà la sua sintesi nel documento "flussi di comunicazione e pratica trasformativa" che esprime le linee guida dell'azione di quello che sarà il centro sociale Segnali di Accelerazione: sperimentare nuovi linguaggi per riflettere sulla propria condizione di vita "perché è proprio in ogni suono ed in ogni immagine che si vive lo scontro tra dispositivi della conservazione ed intensità trasformativa", usare i mezzi di comunicazione non per affidare loro un messaggio nésegnali di accelerazione capannone-piccolo tantomeno per una spettacolarità funzionale alla cultura dominante ma perché essi possono essere veicoli di liberazione dell'immaginario, usare la tecnologia restando affascinati non dalla potenza ma dalla sua potenzialità.
Lo spazio fisico dove esprimere la "pratica trasformativa" si concretizzava con l'occupazione il 26 novembre1983 dell' ex CAF di via dei Mille, uno stabile ormai abbandonato da anni.
In quegli anni lavoravo fuori e vivevo tra Acerra e Firenze. La sera della prima iniziativa dopo l'occupazione scendo dal treno e, senza nemmeno passare per casa, corro al centro sociale. Lo trovo pieno di luci e di gente, sul palco i Rithmotion ed i Bisca. Negli occhi dei miei compagni la mia stessa emozione, e un pò di stanchezza e tensione in più. Inizia così un vorticoso succedersi di iniziative politiche e culturali che coinvolgeranno centinaia di giovani con assemblee e dibattiti, concerti e spettacoli teatrali, installazioni audiovisive e performance di danza, mostre fotografiche e di pittura, rassegne cinematografiche e seminari teatrali ma soprattutto il centro occupato diventa un punto di riferimento per persone provenienti dalle più diverse esperienze sociali e culturali, creando una rete di relazioni personali e politiche che costituirà la forza e l'originalità di questa esperienza.segnali di accelerazione rhytmotion-piccola
Nell'indifferenza, quando non è avversione, da parte di istituzioni locali e partiti che, nonostante le ripetute richieste di rendere il centro una struttura stabile a disposizione dei giovani, fanno la solita politica dello struzzo, il centro sociale occupato, tra facilmente immaginabili problemi repressivi ed economici, si autofinanzia e vive grazie a questa solidarietà concreta.
L'esperienza di Segnali di Accelerazione diventa punto di attrazione della più innovativa scena artistica napoletana e della Campania, non solo con le esibizioni, gratuite, sul palco ma partecipando alle iniziative del centro: impossibile citarli tutti, dai 666 a Gianni Imparato, dalla Corda d'oro ai Bal-tic-0, da Dario lacobelli a Gennaro Minopoli, senza dimenticare l'approccio a nuove sonorità proveniente da parte di musicisti di altre parti d'Italia o stranieri come gli Embryo, antesignani di quella che oggi è la World Music. II compianto Antonio Neiwiller col "Teatro dei mutamenti" ci tiene le prove del suo Titanic, insieme si organizzano la Settimana antinucleare, coi sempre presenti Bisca, con controinformazione sul (ora rinnovato) pericolo nucleare, assemblee contro l’installazione dei missili a Comiso e la proiezione in anteprima del film The Day After, si tiene Support the miners con la raccolta di fondi in favore della lotta dei minatori inglesi contro i licenziamenti della Thatcher, dibattiti col MIR cileno ed il Fronte Farabundo Marti, l'iniziativa internazionalista War games e La guerriglia elettronica - Spettro sonoro/visivo sulle praticabili relazioni con l'universo elettronico.
Ma c'è un'altro apporto fondamentale e socialmente molto significativo. Al collettivo di persone promotori dell'occupazione si affiancano studenti, disoccupati, precari e settori sociali destinati alla marginalità, all'eroina se non alla delinquenza. Si crea così uno spazio a disposizione di tutti in cui non si è spettatori ma protagonisti, che pratica un sistema di relazioni basato sulla solidarietà, che mostra, in una sorta di "educazione sentimentale" collettiva, che i valori borghesi della sopraffazione, del denaro e del potere non sono la misura delle cose ma che il valore della persona è dato dalla sua capacità di capire e trasformare, insieme agli altri, la realtà che lo circonda.
Il centro sociale Segnali di Accelerazione vive circa tre anni, riesce a superaresegnali di accelerazione concerto 666 piccolo un'ingiunzione di sgombero creando una vasta rete di solidarietà ma, alla lunga, pesa la situazione di precarietà e viene così meno la spinta propulsiva. Le istituzioni locali, sorde a tutte le proposte di SdA, approfittando di questo periodo di calo d'iniziativa, acquisiscono i locali e fanno ciò che non avevano voluto fare per il centro sociale dandoli in gestione alla scuola di musica. Le persone coinvolte nel centro proseguiranno il loro impegno, riproponendone il valore con diverse e significative iniziative sociali, politiche e culturali sul territorio.

Cosa rimane di quell'esperienza? Per coloro che l'hanno vissuta credo un segno indelebile, testimoniato dalla recente formazione di un gruppo su Facebook (alla voce "segnali di accellerazione"). Per coloro che non vogliono rassegnarsi a vivere passivamente i tristi tempi della contemporaneità l'insegnamento che l'azione politica non può essere disgiunta da una più generale azione culturale tendente a coinvolgere l'intera coscienza delle persone, che qualsiasi iniziativa deve partire autogestita e dal basso perché le istituzioni non hanno nessun interesse a far crescere la consapevolezza e la partecipazione, che pur nella, per tanti versi orribile, società dello spettacolo e della tecnologia, non dobbiamo rinunciare a capire e cambiare la realtà, come sintetizzava bene un ta-ze-bao posto all'ingresso del centro sociale Segnali di Accelerazione: "... Comunque il ritmo del nostro tempo. Sintonizzarci e metterlo in corto circuito, ecco la nostra pratica di liberazione".

         

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